Roberto Maroni si è già messo all’opera per arrivare, entro un anno, alla creazione
di un’agenzia di riscossione dei tributi che agisca su base regionale
Mobilitazioni e presidi davanti alle sedi Equitalia in Lombardia per dire “no” a un sistema che non può più essere sostenuto e che strozza famiglie e imprese.
Questo l’intento delle manifestazioni organizzate per questa mattina dalla segreteria nazionale della Lega Lombarda, su invito del segretario federale, Roberto Maroni, che porteranno in piazza tantissimi cittadini.
«Si tratta - spiega Matteo Salvini, segretario nazionale della Lega Lombarda - di una mobilitazione, con la partecipazione dei militanti e della gente comune, per protestare pacificamente contro la morsa tributaria dello Stato centrale che, mai come oggi, rischia di schiacciare definitivamente famiglie e imprese del Nord. La pressione fiscale di questo Paese infatti è ormai prossima al 60 per cento e la contropartita in servizi non è certamente adeguata ai sacrifici richiesti ai nostri cittadini».
«Oltre al danno c’è poi la beffa: se da una parte la P.A. salda i propri debiti nei confronti delle aziende con ritardi siderali, dall’altra vengono applicati metodi che rasentano lo strozzinaggio per riscuotere le tasse. Come sempre in questo Paese vale la regola di un peso e due misure».
«Lo slogan dell'iniziativa “fuori Equitalia dalla Lombardia” rappresenta esattamente le intenzioni della Lega: a questo proposito il Governatore della Lombardia, Roberto Maroni, si è già messo all’opera per arrivare, entro un anno, alla creazione di un’agenzia di riscossione dei tributi che agisca su base regionale, uno strumento in grado di conoscere la realtà in cui si troverà a operare, capace di venire incontro alle esigenze dei lombardi e che - conclude Matteo Salvini - consentirà finalmente di liberarsi di Equitalia».
Nei fatti, l’attività di riscossione coattiva così com’è non regge e si scontra con gli effetti della più pesante crisi economica che il nostro Paese, insieme a tutte le economie occidentali, sta attraversando. La situazione delle aziende del Paese è preoccupante e le più colpite sono le aziende piccole, che costituiscono la vera spina dorsale dell’intero sistema produttivo. Ma la situazione è altrettanto difficile per i cittadini, a causa ad esempio della perdita dei posti di lavoro. Per questo è necessario un cambio di rotta.
E proprio in questa logica va letta la manifestazione di questa mattina.
Dire “no” a Equitalia per creare un’agenzia di riscossione dei tributi che agisca su base regionale e che sia realmente in grado di interfacciarsi con il territorio, vuol dire ad esempio, introdurre maggiore flessibilità nelle procedure di riscossione coattiva nei confronti di quegli imprenditori che dimostrino di non essere in grado di ottemperare alle scadenze fiscali e contributive per una temporanea difficoltà economica legata alla congiuntura negativa, dando la possibilità al debitore di concordare un piano di rateizzazione idoneo.
Passi in avanti devono poi essere compiti nella direzione di limitare l’importo complessivo di interessi, sanzioni e aggi a carico del debitore, fino al superamento di questa particolare fase congiunturale, e di rivedere il meccanismo complessivo di calcolo delle sanzioni tributarie, che devono essere assolutamente abbassate, escludendo ogni forma di anatocismo.
Così come occorre rivedere il meccanismo di espropriazione sugli immobili, elevando l’importo al di sotto del quale non è possibile iscrivere ipoteca ovvero procedere ad espropriazione, prevedendo una maggior tutela del debitore, qualora risulti proprietario di un solo immobile nel quale abbia la propria residenza.
Obiettivi che paiono distanti dalla politica messa in campo da Equitalia (società per il 51% di Agenzia delle Entrate e per il 49% dell’Inps) che sembra invece intenzionata a tenere al caldo il proprio “tesoretto”. Si, proprio un tesoretto, visto che per i suoi servizi, la società, oltre al resto, chiede alle amministrazioni sei euro a cittadino.
Soldi che potrebbero essere spesi per offrire servizi migliori e più efficienti ai residenti e che invece finiscono altrove.
Questo l’intento delle manifestazioni organizzate per questa mattina dalla segreteria nazionale della Lega Lombarda, su invito del segretario federale, Roberto Maroni, che porteranno in piazza tantissimi cittadini.
«Si tratta - spiega Matteo Salvini, segretario nazionale della Lega Lombarda - di una mobilitazione, con la partecipazione dei militanti e della gente comune, per protestare pacificamente contro la morsa tributaria dello Stato centrale che, mai come oggi, rischia di schiacciare definitivamente famiglie e imprese del Nord. La pressione fiscale di questo Paese infatti è ormai prossima al 60 per cento e la contropartita in servizi non è certamente adeguata ai sacrifici richiesti ai nostri cittadini».
«Oltre al danno c’è poi la beffa: se da una parte la P.A. salda i propri debiti nei confronti delle aziende con ritardi siderali, dall’altra vengono applicati metodi che rasentano lo strozzinaggio per riscuotere le tasse. Come sempre in questo Paese vale la regola di un peso e due misure».
«Lo slogan dell'iniziativa “fuori Equitalia dalla Lombardia” rappresenta esattamente le intenzioni della Lega: a questo proposito il Governatore della Lombardia, Roberto Maroni, si è già messo all’opera per arrivare, entro un anno, alla creazione di un’agenzia di riscossione dei tributi che agisca su base regionale, uno strumento in grado di conoscere la realtà in cui si troverà a operare, capace di venire incontro alle esigenze dei lombardi e che - conclude Matteo Salvini - consentirà finalmente di liberarsi di Equitalia».
Nei fatti, l’attività di riscossione coattiva così com’è non regge e si scontra con gli effetti della più pesante crisi economica che il nostro Paese, insieme a tutte le economie occidentali, sta attraversando. La situazione delle aziende del Paese è preoccupante e le più colpite sono le aziende piccole, che costituiscono la vera spina dorsale dell’intero sistema produttivo. Ma la situazione è altrettanto difficile per i cittadini, a causa ad esempio della perdita dei posti di lavoro. Per questo è necessario un cambio di rotta.
E proprio in questa logica va letta la manifestazione di questa mattina.
Dire “no” a Equitalia per creare un’agenzia di riscossione dei tributi che agisca su base regionale e che sia realmente in grado di interfacciarsi con il territorio, vuol dire ad esempio, introdurre maggiore flessibilità nelle procedure di riscossione coattiva nei confronti di quegli imprenditori che dimostrino di non essere in grado di ottemperare alle scadenze fiscali e contributive per una temporanea difficoltà economica legata alla congiuntura negativa, dando la possibilità al debitore di concordare un piano di rateizzazione idoneo.
Passi in avanti devono poi essere compiti nella direzione di limitare l’importo complessivo di interessi, sanzioni e aggi a carico del debitore, fino al superamento di questa particolare fase congiunturale, e di rivedere il meccanismo complessivo di calcolo delle sanzioni tributarie, che devono essere assolutamente abbassate, escludendo ogni forma di anatocismo.
Così come occorre rivedere il meccanismo di espropriazione sugli immobili, elevando l’importo al di sotto del quale non è possibile iscrivere ipoteca ovvero procedere ad espropriazione, prevedendo una maggior tutela del debitore, qualora risulti proprietario di un solo immobile nel quale abbia la propria residenza.
Obiettivi che paiono distanti dalla politica messa in campo da Equitalia (società per il 51% di Agenzia delle Entrate e per il 49% dell’Inps) che sembra invece intenzionata a tenere al caldo il proprio “tesoretto”. Si, proprio un tesoretto, visto che per i suoi servizi, la società, oltre al resto, chiede alle amministrazioni sei euro a cittadino.
Soldi che potrebbero essere spesi per offrire servizi migliori e più efficienti ai residenti e che invece finiscono altrove.
Simone Boiocchi
06 Maggio 2013 - 20:21
http://www.lapadania.net/articoli/la_lega_nord_scende_in_piazzafuori_equitalia_dalla_lombardia.php